La baita, in origine di proprietà di Silvio Brunelli, era da anni poco utilizzata e versava in stato di abbandono. Il proprietario pensando cosa farne ebbe l’ idea di donarla alla sezione Sat di Ravina. Chiese quindi l’opinione del figlio che approvò la decisione.Una domenica pomeriggio del 1975, Giovanni Degasperi venne convocato per riceverne le chiavi alla presenza di Aurelio Nicolodi e Bepino Defranceschi che avevano partecipato alla sua costruzione.Giovanni ed altri soci della sezione andarono a fare un primo sopraluogo e constatarono che era quasi impraticabile. Un po’ scoraggiato tornò da Silvio che gli disse di armarsi di buona volontà, tornare su, togliere tutte le cose vecchie “……e vedrè che la baita l’è bela”.Un giorno d’inverno, tutti i vecchi arredi finirono in un grande falò sulla neve. Iniziarono così i lavori per rendere veritiere le parole del precedente proprietario e soddisfare così il suo desiderio di riportarla a nuova vita. Negli anni il figlio Diego ha fatto visita alla baita esprimendo soddisfazione per i lavori e le migliorie effettuate e che sia utilizzata da così tante persone.Dopo la donazione i satini cominciarono a recarsi alla baita. Il luogo diede prova di essere tranquillo e appartato, un poco discosto dalla più conosciuta e frequentata conca delle Viote e si potevano ammirare la città e il paese di Ravina.All’inizio la baita era meno accogliente di oggi, l’interno era molto spartano e freddo ed era assai più bassa di ora. Grazie al contributo importante di molti soci, negli anni sono state fatte parecchie modifiche per renderla sempre più confortevole. Si iniziò ad allargare anche la zona adiacente all’entrata, realizzando un muro a secco, per creare uno spazio dove poter installare dei tavoli. Si rese anche necessaria un’isolazione interna contro l’umidità che fu più volte rifatta. Anche il tetto fu rifatto e alzato, all’inizio la copertura era di cemento, poi sostituito da tegole ed infine da lamiera, come lo vediamo oggi. Si venne così a creare un sottotetto comodo e confortevole,in cui si può stare in piedi, con un tavolato e dei comodi materassi. In precedenza esisteva un letto a castello vicino al ‘fogolar’, riservato ai più fortunati o ai ‘veci’ della compagnia. Alle altre persone rimaneva il bassissimo sottotetto con una piccolissima finestra, meta ambita da tutti per poter respirare meglio. Agli altri non restava che reprimere il senso di claustrofobia. Grazie a questi lavori, che hanno coinvolto molti satini, si è creato un forte spirito di squadra e un grande affetto per la nostra Baita. Spesso, seduti attorno alla grande tavola esterna, ci si racconta dei trasporti del materiale con la carriola oppure a braccia, delle migliorie fatte e di quante se ne potrebbero fare. Tutto arriva con le macchine solo fino alla località Pegorara, dove inizia la discesa verso la baita, legna, bibite, cemento, piastrelle, terra, ecc… e deve essere trasportato in baita a forza di braccia o con l’ausilio delle carriole.Negli anni fu aggiunta vicino alla baita la tettoia con sotto i ‘fogolari’ che permette di cucinare esternamente anche in condizioni meteo avverse. Grazie al lavoro – gioco dei ragazzi satini della seconda generazione, che si divertivano a scavare la roccia con “ponta e mazot”, è stato realizzato uno slargo a lato della Baita in cui sono state istallate nuove tavole. Anche il vicino prato è stato sistemato ed ora viene usato come solarium. Delle panche sono state realizzate qua e là in modo da avere a disposizione più posti. Un altro problema erano i servizi igienici, ed è stato risolto creando un gabinetto poco sotto la Baita e accessibile tramite un piccolo sentiero. Un apertura sul lato verso valle permette una vista panoramica sulla città di Trento che pochi servizi igienici possono vantare.Dal 2000 in poi i lavori hanno interessato l’interno della baita: è stato spostato il camino sul lato a valle e di conseguenza anche il focolare che era posto in fondo al locale al pianterreno, migliorandone sensibilmente il tiraggio. E’ stato rifatto il pavimento, sistemato l’intonaco, sono stati comperati panca, tavolo e credenza.Nel 2005 è stato installato un piccolo pannello solare per avere l’illuminazione interna ed esterna che fino ad allora era affidata a candele e lampade a gas. E’ stata inoltre pavimentata con lastre tutta la zona dei tavoli.Ogni anno a giugno viene organizzata la festa di primavera, un momento di aggregazione per satini e non, e che da il via all’apertura domenicale del periodo estivo. Ci piace vedere che alla baita si ritrovano i frequentatori abituali, accompagnati da amici e parenti, tramandando a figli e nipoti la passione per questo luogo. Questo angolo di Bondone può anche essere uno spazio dove rilassarsi guardando per un attimo con distacco gli affanni della città e al tramonto stupirsi nel vedere l’ombra del Palon che si proietta sulla valle.Anche in inverno la Baita viene frequentata, capita pure che la neve sia molta, come nell’ aprile del 1980 (al tempo il tetto era più basso) quando alcuni soci dovettero scavare con il badile per trovarla. Negli anni recenti non sono mancate le copiose nevicate e non è stato raro arrivare e trovarsi con i piedi all’ altezza del tetto. Una visita invernale con gli sci o con le ciaspole è sempre una bella avventura, senza dimenticare la giusta dose di attenzione nell’accedervi, valutando la stabilità del manto nevoso. Se la baita oggi è come la vedete è grazie ai molti soci che hanno contribuito negli anni con il loro tempo e le loro capacità alla realizzazione delle varie migliorie; il direttivo vuole ringraziare tutti di cuore, ricordando che lavorare in baita è a volte fatica, ma anche divertimento ed amicizia, valori che hanno sempre contraddistinto quanti hanno prestato la loro opera.Un significativo e grande contributo è stato dato dal corpo forestale per la manutenzione degli steccati e dei tavoli, la legna da ardere e la fornitura di materiali da usare nei vari lavori. A loro và quindi un ringraziamento per quanto fatto, sperando in una proficua e duratura collaborazione.
Vogliamo ringraziare i soci Giovanni Degasperi, Fernando Bort, Ferrucio Cattoni per il loro impegno nella manutenzione e valorizzazione della nostra Baita.
La baita si raggiunge con i sentieri 626 val delle Gole, 693 Dorsale della Terlaga o dalle Viote del Bondone, aggirando la cuspide del Palon.